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Archive for 24 febbraio 2010

Girato nel 1964 da Stanley Kubrick, è la più potente, graffiante e cinica satira sulla guerra fredda e sulla stupidità umana.

Protagonista assoluto sulla scena è un indimenticabile Peter Sellers, in grado di muoversi completamente a suo agio fra tre ruoli differenti: il presidente degli Usa, un ufficiale che tenta di bloccare il folle Ripper, il Dr. Stranamore scienziato che prende parte alle decisioni dello stato maggiore americano, ma palesemente nazista, il quale sogna di sfruttare la distruzione del genere umano per poter ricreare una razza perfetta.

La trama mette in scena un meccanismo assurdo e al contempo terribilmente realistico che vuole mostrare, attraverso le modalità di una straordinaria commedia nera, le assurdità della guerra fredda, basata sull’uso di terribili deterrenti come le armi nucleari.

Figlio diretto del clima ammorbante e totalizzante della contrapposizione fra i due blocchi, “Il Dottor Stranamore” è l’opera che meglio ci restituisce quel clima. Il ragionamento che si deduce è semplice: l’uomo ha inventato armi in grado di distruggere il mondo. Basta un niente, una coincidenza, una mancanza di comunicazione, una follia di un uomo solo, e tutto può finire. Kubrick in questo film appare ossessionato dai rischi della stupidità umana, e questa ossessione si riflette appieno nell’intera opera, opera claustrofobica e al contempo irresistibile, angosciante e piena di momenti ora grotteschi ora assolutamente comici, dove gli attimi più tragici hanno sempre come contrappunto un indimenticabile motivetto leggero e piacevole.

Difficile trovare difetti nei film di un genio quale Kubrick. Difficile trovarne in un film come “Il Dottor Stranamore”, dove il regista americano riesce nell’impresa quasi impossibile di restituire un clima come quello della guerra fredda attraverso il grottesco. Negli appena 13 film realizzati, Kubrick ha toccato temi e generi sempre diversi, reinventando il proprio stile ma aiutando al contempo a riscrivere le regole dei generi che di volta in volta trattava. Il risultato è sempre stato un capolavoro. “Il Dottor Stranamore” non fa eccezione. 

Diego Gavini

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Giampaolo Lavagetto (Pdl) ex assessore delle Politiche per la scuola al comune di Parma, ora consigliere provinciale ed in corsa per la carica di consigliere regionale. Indagato dalla Procura di Parma deve ora rispondere di peculato. Lavagetto avrebbe infatti utilizzato un telefonino dato in dotazione dal Comune per numerose visite su siti porno fra l’ottobre del 2009 e il gennaio di quest’anno. Lavagetto ha accumulato un conto di 91.381 euro (a carico del Comune, quindi dei cittadini) per collegarsi a internet. La Procura sta ora cercando di capire quanto di questi novantamila e passa euro sia dovuto all’intrattenimento su siti porno.

Mi limito a fare solo un commento su questa notizia.  Benché il conto di 91.381 euro  sia stato ridotto, in seguito ad un accordo fra Comune e Telecom, ad appena 408 euro, resta il fatto che si tratta di denaro pubblico. Se la colpevolezza di Lavagetto fosse accertata, sarebbe l’ennesima dimostrazione dell’uso distorto del denaro dei cittadini. Sembra ormai vigere l’idea che i politici possano utilizzare i soldi dei contribuenti come un patrimonio personale. Il problema non è tanto il porno, ma l’uso distorto del denaro pubblico. Visitare siti pornografici non è di per sè illegale (anche se ormai i nostri politici sembrano sempre di più confermare l’ipocrisia di vizi privati e pubbliche virtù). Non condanno qui il vizio, che è fatto privato (benché i politici dovrebbero essere un esempio di moralità). Ma da privato, diventa pubblico quando è soddisfatto con soldi pubblici. Non credo infatti che gli abitanti di Parma siano contenti che i loro soldi non siano stati usati per costruire scuole e strade, ma per navigare tranquillamente su siti simili.

L’altro problema è poi più generale. Si trattasse di un caso eccezionale, sarebbe un conto. Ma da un po’ troppo tempo si respira sempre di più un’aria diversa. Un’aria in cui l’avere accesso al potere, grande o piccolo che sia, porta ad un’immediata degenerazione. Chiunque ricopra una carica pubblica, sembra sentirsi in diritto di non dover rispondere a nessuno del suo operato e di utilizzare la propria carica per scopi privati. E’ più che altro questo il problema.

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