Girato nel 1964 da Stanley Kubrick, è la più potente, graffiante e cinica satira sulla guerra fredda e sulla stupidità umana.
Protagonista assoluto sulla scena è un indimenticabile Peter Sellers, in grado di muoversi completamente a suo agio fra tre ruoli differenti: il presidente degli Usa, un ufficiale che tenta di bloccare il folle Ripper, il Dr. Stranamore scienziato che prende parte alle decisioni dello stato maggiore americano, ma palesemente nazista, il quale sogna di sfruttare la distruzione del genere umano per poter ricreare una razza perfetta.
La trama mette in scena un meccanismo assurdo e al contempo terribilmente realistico che vuole mostrare, attraverso le modalità di una straordinaria commedia nera, le assurdità della guerra fredda, basata sull’uso di terribili deterrenti come le armi nucleari.
Figlio diretto del clima ammorbante e totalizzante della contrapposizione fra i due blocchi, “Il Dottor Stranamore” è l’opera che meglio ci restituisce quel clima. Il ragionamento che si deduce è semplice: l’uomo ha inventato armi in grado di distruggere il mondo. Basta un niente, una coincidenza, una mancanza di comunicazione, una follia di un uomo solo, e tutto può finire. Kubrick in questo film appare ossessionato dai rischi della stupidità umana, e questa ossessione si riflette appieno nell’intera opera, opera claustrofobica e al contempo irresistibile, angosciante e piena di momenti ora grotteschi ora assolutamente comici, dove gli attimi più tragici hanno sempre come contrappunto un indimenticabile motivetto leggero e piacevole.
Difficile trovare difetti nei film di un genio quale Kubrick. Difficile trovarne in un film come “Il Dottor Stranamore”, dove il regista americano riesce nell’impresa quasi impossibile di restituire un clima come quello della guerra fredda attraverso il grottesco. Negli appena 13 film realizzati, Kubrick ha toccato temi e generi sempre diversi, reinventando il proprio stile ma aiutando al contempo a riscrivere le regole dei generi che di volta in volta trattava. Il risultato è sempre stato un capolavoro. “Il Dottor Stranamore” non fa eccezione.
Diego Gavini