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Archive for 1 febbraio 2010

                                                                  

Ogni anno la stessa vecchia storia. Leggiamo i dati sui redditi e la notizia è sempre la stessa: a pagare le tasse in Italia ci pensano, quasi esclusivamente, i dipendenti pubblici e i pensionati.

In questi giorni, l’Agenzia delle Entrate ha riportato i dati su coloro che dichiarano più di 150.000 euro di reddito annuo, ovvero lo 0,3% della popolazione. Strano ma vero, la maggior parte di questi, sono dipendenti pubblici. Ancor più strano, ma sempre più vero, fra questi vi sono più pensionati che lavoratori autonomi.

Più in generale si riporta che a pagare la maggior parte delle tasse sono i lavoratori pubblici, i quali rappresentano però solo il 10% del totale dei lavoratori.

La spiegazione è molto semplice e nota a tutti: è difficile trovare in altri paesi un livello così esorbitante di evasione fiscale, come accade invece qui in Italia.

Quali sono le conseguenze di un’evasione così massiccia, sono sotto gli occhi di tutti. Sanità, istruzione, sicurezza, giustizia, ovvero i servizi che caratterizzano l’esistenza di uno Stato, versano in Italia nelle peggiori condizioni.

Ma oltre al danno, gli evasori riescono ad aggiungere la beffa. Facciamo un esempio molto pratico. Il figlio di un qualunque evasore, è esentato dalla maggior parte delle tasse universitarie. Inoltre, in quanto denunciatario di un basso reddito, può accedere più facilmente ad agevolazioni quali borse di studio, buoni libro, accesso gratuito alle mense e così via, privando invece di tali vantaggi chi realmente ne ha bisogno, mettendone al contempo a rischio lo stesso diritto allo studio.

Metodi appositi per stanare gli evasori, tutto sommato esisterebbero, se solo si pensi al redditometro. Peccato venga usato poco. 

Negli Stati Uniti, l’evasione fiscale è un reato penale, punibile quindi con il carcere. Da noi invece, ogni tanto gli evasori sono premiati: pensiamo soltanto allo scudo fiscale.

E.M. e D.G.

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