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Archive for febbraio 2010

Continuano a giungere notizie dal Sudamerica. In tutta la giornata si è assistito a uno sciame sismico imponente. Dopo la terribile scossa che si è verificata nella nottata di magnitudo 8.8 (localizzata a 55 km di profondità), si sono infatti susseguite 46 scosse di assestamento, nessuna inferiore ai 5.2 gradi della scala Richeter. Un epicentro si è avuto anche in Argentina, vicino a Salta, citta a del Nord-Ovest, dove si è registrata un’intensità di 6.3 gradi.

Per ora il bilancio delle vittime, secondo il Ministero degli Interni cileno, è salito a quota 214, numero però destinato a salire: ancora centinaia infatti i risultano i dispersi. Secondo una prima stima poi, sarebbero più di 400.000 le persone rimaste senza casa. E’ giunta anche notizia di un gruppo di 265 detenuti scappati dal carcere di Chillan, approfittando del terremoto. Di questi ne sono stati catturati circa 70, mentre 3 sono stati uccisi dalle guardie di sicurezza.

Intanto la Farnesina ha comunicato che non ci dovrebbero essere italiani fra i coinvolti, aggiungendo però che occorrono ancora numerosi accertamenti.

Meno danni del previsto ha prodotto invece lo tsunami, anche se non sono purtroppo mancate altre vittime. L’onda anomala, in mattina ha colpito l’isola Robinson Crusoe nell’arcipelago di Juan Fernandez, causando almeno cinque morti. La sua corsa è proseguita poi, come previsto, verso l’Isola di Pasqua, dove è giunta però con scarsissima intensità. Come preannunciato, intorno alle 22.00 italiane, è giunta anche alle isole Hawaii, ma ormai flebile. Intorno alle 5.00 di mattina (sempre secondo l’ora italiana), l’onda anomala terminerà la sua avanzata sulle coste giapponesi, dove sono previste onde di 3 metri circa.

Fiduciosa si mostra intanto la presidentessa uscente cilena, Bachelet. Di fronte alle immediate offerte di aiuto da parte europea e statunitense, la Bachelet, pur ringraziando per la disponibilità, ha dichiarato di sperare che il Cile sia in grado di farcela autonomamente.

Giungono infine nuove terrificanti immagine che testimoniano strade divelte e palazzi rasi. Rinviamo per queste foto al link del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/gallery/esteri/02-2010/cile_terremoto/1/terremoto-cile_097a2148-23a5-11df-8195-00144f02aabe.shtml#1

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In mattinata scoppia il caso delle liste per le regionali del Pdl. A mezzogiorno in punto, scadeva infatti il termine ultimo per consegnare al Tribunale di Roma l’intera documentazione per presentare le liste dei candidati per le regionali. Alfredo Milioni, consigliere municipale del Pdl, incaricato di presentare tutto il materiale, è giunto in Tribunale alle 11.40. Accortosi di non avere con sé i lucidi con i simboli elettorali, si è allontanato, tornando nuovamente nella sede della corte d’appello prima delle 12.00. Da qui si è però nuovamente allontanato, portando con sé parte della documentazione necessaria. Quando è tornato, erano ormai le 12.45. Immediatamente è scoppiato lo scontro con i rappresentanti degli altri partiti che hanno tentato di impedire l’accesso a Milioni, ormai fuori tempo, scontro documentato dalla giornalista di Repubblica Lara Mari: http://roma.repubblica.it/multimedia/home/23310783.

Secondo la ricostruzione, due poliziotti, a mezzogiorno in punto, si sono messi davanti alla porta per impedire l’accesso, essendo ormai stata superata la soglia temporale consentita. Davanti ai due si sono sdraiati due rappresentanti di lista: Atlantide di Tommaso del Psi, e il radicale Diego Sabatinelli.

Secondo il Pdl non è stata consumata alcuna irregolarità. Il parlamentare europeo Alfredo Pallone afferma infatti che Milione, insieme al subpresentatore che lo accompagnava, è uscito dall’area consentita soltanto perché questa non era segnalata. Pallone conclude quindi che si è trattato di una formalità superficiale, non sostanziale. Secondo il responsabile elettorale Ignazio Abrignani, l’elenco dei candidati è giunto prima di mezzogiorno, quindi non vi è irregolarità, è mancato solo l’atto formale della deposizione.

Di tutt’altro avviso i rappresentanti degli altri partiti, che accusano di irregolarità il Pdl, denunciando le dinamiche e affermando come il tutto si sia svolto fuori tempo massimo. Critiche anche da Forza Nuova, il cui candidato presidente, Roberto Fiore, ha dichiarato: “sembra ci siano problemi per la lista del Pdl che si vogliono superare in modo scorretto”.

Emma Bonino, informata dell’accaduto mentre si trovava alla manifestazione del Popolo Viola, ha invitato a fare attenzione, chiedendo che la legge sulla presentazione delle liste, per quanto complicata, sia applicata egualmente per tutti. Infine il senatore del Pd, Mario Gasbarri, presente  invece in mattinata sul luogo, afferma che il Pdl ha presentato le liste in ritardo e che non ha più modo di rientrare in gioco.

La morale: in certi casi, è meglio svegliarsi un po’ prima. Anche se non sembra, ci sono ancora dei regolamenti. E devono essere rispettati.

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Nuove notizie giungono dal terremoto che ha colpito il Cile. Alle 14.32 è giunta l’informazione che è stata registrata una violenta scossa di assestamento di magnitudo 6.1. Intanto il numero di vittime ha superato la soglia di cento ed è destinato a crescere ulteriormente. Duramente colpita anche la capitale, Santiago del Cile, dove interi quartieri storici sono crollati.

Lo tsunami che ha colpito l’arcipelago Juan Fernandez ha già provocato tre morti e gran parte della capitale ha subìto gravi danni. L’onda anomala intanto continua ad imperversare nell’Oceano Pacifico. Le autorità hawaiiane sono hanno allertato la protezione civile: intorno alle 11.00 locali, le 22.00 italiane, è infatti previsto l’arrivo della terribile onda anomala che ha colpito Jaun Fernandez.

Giungono intanto nuove foto dell’accaduto, per cui rimandiamo alla pagina dell’Ansa: http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2010/02/27/visualizza_new.html_1708890897.html?idPhoto=1

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Tragica notizia proviene dal Cile. Alle 3.34 locali (in Italia le 7.34) un terribile sisma, calcolato in 8.8 gradi della scala Richter (per immaginarne la portata calcolate che quello che colpì l’Abruzzo fu di 5.8, quindi 30.000 volte meno intenso) ha colpito il paese sudamericano. Sono seguite violente scosse d’assestamento che hanno superato anche i 6 gradi Richter. L’epicentro è stato avvertito nelle vicinanze di Concepcion che si trova a 509 km a Sud di Santiago. Importante città cilena, considerata infatti la capitale del Sud, conta più di 200 mila abitanti. Fu già distrutta da un terremoto nel lontano 1751.

Per ora sono stati ritrovati 76 morti, ma le cifre purtroppo corrono. In allerta anche la Farnesina, dal momento che in Cile vivono circa 50.000 italiani.

Il sisma ha anche prodotto un violento tsunami, si parla di un’onda alta 40 metri. Onda anomala che ha già colpito l’arcipelago delle isole Juan Fernandez, le quali si trovano a quasi 700 km dalle coste cilene. L’onda continua a correre, tanto che per precauzione è stata evacuata l’isola di Pasqua, la quale a seconda del presidente cileno verrà colpita entro le 14.00. L’allarme Tsunami sta riguardando l’intero Oceano Pacifico, tanto da aver messo in allerta le autorità australiane.

Purtroppo il Cile non è nuovo a tragedie simili. Terra fortemente a rischio, ha conosciuto nel 1960 un devastante terremoto, conosciuto come il Grande Terremoto Cileno: avvenuto il 22 maggio, con epicentro a Valdivia, è noto per aver raggiunto l’intensità più alta mai registrata, 9.5 gradi nella scala Richter, la quale ebbe come terribile conseguenza la morte di più di 3.000 persone. Stanotte l’incubo è tornato a colpire la nazione cilena. La speranza ora è che la macchina internazionale d’aiuti sià rapida nell’attivarsi.

Per le prime immagini che provengono dal Cile rinviamo al link de La Repubblica: http://www.repubblica.it/esteri/2010/02/27/foto/terremoto_in_cile_le_prime_foto_degli_utenti_su_twitter-2446926/1/

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Solo qualche appunto a un paio di dichiarazioni che sono state fatte oggi sui temi più caldi di questi giorni.

Iniziamo da Bonaiuti, l’ineffabile sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’uomo che abbiamo la fortuna di vedere praticamente tutte le sere al Tg in compagnia ora di Cicchitto, ora di Gasparri. Il suo commento sulla sentenza-Mills era talmente prevedibile che non ci coglie impreparati. Esultante ha dichiarato: “ha vinto  Berlusconi”. Quasi inutile ormai vedere che, per chi propri in questi giorni ha dichiarato guerra alla corruzione, la prescrizione è la cosa più bella che possa accadere. Dal momento che la prescrizione non ti manda in carcere, tutti pronti a gioire. Poco conta se il reato è stato commesso o no. Per rispondere a Bonaiuti faccio mie le paroli di Bersani: “la gente per bene confida nell’assoluzione, non nella prescrizione”.

Sul caso Mills si è espresso anche il sempre più ambiguo Casini, lo stesso che qualche giorno fa urlava: “fuori i ladri dalla politica”. Ha dichiarato il segretario dell’Udc: “ha vinto la giustizia”. A quale giustizia si riferisca è inutile domandarselo.

Passiamo poi all’altro caso che sta su tutte le prime pagine, l’elezione di Di Girolamo. Durissimo il presidente del Senato Schifani: “occorre cambiare subito la legge sul voto all’estero”. La legge in questione è stata preparata dal repubblichino Tremaglia e promulgata dalla maggioranza di cui faceva parte lo stesso Schifani. Probabilmente il presidente non se lo ricordava quando ha fatto questa dichiarazione.

Poi lo stesso Schifani, alto rappresentante del partito che in questi giorni si è lanciato in una crociata per una politica pulita: “stop alle intercettazioni pubblicate senza limiti”. Mi sembra tutto sommato una dichiarazione di grande coerenza nella linea della politica pulita. Senza le intercettazioni infatti, noi poveri comuni mortali nulla sapremmo delle piccole e grandi schifezze, e dormiremmo così sonni tranquilli. Altrettanti sonni tranquilli potrebbero poi fare i piccoli e grandi delinquenti, sicuri che le loro malefatte non finiscano sulle prime pagine.

Non posso non esprimere sempre di più la contentezza che il nostro Paese sia in mano a una classe dirigente così illuminata.  

Diego Gavini

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Difficile non definire scandaloso quello che è successo pochissime ore fa. Il fatto ha ormai già fatto il giro dei notiziari e di internet: il reato commesso da Mills (condannato in appello per falsa testimonianza a favore di Berlusconi nei processi All Iberian e per tangenti alla guardia di Finanza) è caduto in prescrizione. E’ stato lo stesso sostituto Procuratore generale a chiedere la prescrizione, asserendo che il reato è avvenuto a novembre del 1999, non a febbraio del 2000. Praticamente i soldi Mills li ha presi a febbraio, ma già a novembre sapeva che li avrebbe ricevuti. Quindi la corruzione è avvenuta nel 1999, il che fa sì che siano scattati i dieci anni dopo i quali il reato cade in prescrizione.

Il bello è che la Cassazione non ha detto che il reato non sia stato commesso, tanto che ha comunque condannato Mills a risarcire il Consiglio dei ministri per aver provocato danni di immagine, ma ha riconosciuto la tesi del sostituto Procuratore, per cui il reato va fatto cadere in prescrizione. 

La cosa più fantastica è stato vedere al Tg la faccia sorridente del legale di Mills, che raggiante ha detto: “sono felice perché si è dimostrato che in Italia esiste ancora un sistema di legalità”. Ora, lasciamo stare quanto personalmente sono avverso alla prescrizione  la quale vale a dire: più tardi mi beccano più possibilità  ho di farla franca (e magari sei condannato, ma grazie al fatto che esistono ben tre gradi di giudizio hai ancora più possibilità di scamparla), e torniamo all’avvocato. All’ipocrisia dell’avvocato a dirla esattamente. Contento che il suo assistito non debba andare in carcere non perché non ha commesso il reato, ma perché l’ha commesso nel giorno giusto. Senza parole. Mancava soltanto che Mills cominciasse ad urlare in aula: “si sono colpevole Onore. Ma ho peccato nel 1999, non nel 2000!!”.

Tutti i commenti su cosa significherebbe il processo breve li lascio fare a voi. Allo stesso tempo lascio a voi ogni commento su quando sentite dire: questa magistratura è politicizzata e anti-berlusconiana. Li lascio fare a voi perché io sono rimasto senza parole.

Diego Gavini

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Sta scoppiando in queste ore il caso del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale, oltre che di essere stato eletto all’estero grazie all’apporto della mafia. Coinvolto nella maxi inchiesta, Di Girolamo ha negato ogni legame con la criminalità organizzata. Cosa ormai già nota, L’Espresso ha invece documentato con un servizio fotografico i suoi rapporti col boss Franco Pugliese. Rinviamo quindi al link dell’Espresso per vedere le foto:http://espresso.repubblica.it/multimedia/23242212. Sempre all’Espresso rinviamo per i dettagli dell’inchiesta, in quanto fonte sicuramente più autoritaria del nostro blog:http://espresso.repubblica.it/dettaglio/scandalo-fastweb-le-intercettazioni/2121569 .

Il commento che mi limito a fare è che l’intreccio politica-mafia-mondo econimico, appare sempre di più la matrice caratterizzante dell’Italia. Ogni tanto emergono casi come questo: ma l’aria che si respira è che si tratti solo della superficie. Aggiungo poi una nota. Il voto per gli italiani all’estero è un’invenzione del 2006, col quale la destra sperava di ottenere i voti dei nostalgici emigrati da anni. Da un certo punto di vista si era rivelata poi un’arma a doppio taglio: vinse infatti di misura la sinistra, e nel 2008 ci fu un sostanziale pareggio.

Ma, a quanto pare, arma a doppio taglio non del tutto. Il voto che proviene dall’estero è, come sappiamo, assolutamente poco controllabile: si vota infatti per corrispondenza, poi le schede volano fino in Italia, dove sono scrutinate in maniera molto disordinata. Personalmente sono stato sempre contrario al voto per gli italiani all’estero: non capisco la necessità di affidare la propria amministrazione a gente che non vive la nostra realtà. L’inchiesta su Di Girolamo fa riemergere in me tutti i dubbi che avevo, anzi li rafforza in certezze. Se si confermassero le accuse, sarebbe la dimostrazione evidente della possibilità di poter modificare i voti liberamente espressi, condizionando così l’andamento della politica. Già in Italia, la situazione al Sud non è delle migliori: è infatti poco credibile che la mafia, così radicata, non riesca a indirizzare a proprio piacimento una parte dei risultati elettorati. Il voto all’estero poi, si rivelerebbe doppiamente dannoso: già inutile, in quanto non soddisfa le esigenze dei cittadini italiani, diventa infine anche strumento a favore della mafia. Un’occasione in più per penetrare nelle già poco trasparenti stanze del potere. A mio giudizio, se la legge elettorale attuale (quella che lo stesso Calderoli ha definito una “porcata) andrebbe modificata profondamente, il voto all’estero va immediatamente eliminato, in quanto ulteriore fonte di inquinamento.

Diego Gavini 

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La Confcommercio pubblica nuovi dati sui danni all’economia prodotti dalla criminalità organizzata. Secondo le stime, la criminalità costa ad ogni impresa del Sud mediamente 5.400 euro, somma che si raggiunge attraverso le differenti attività illecite: usura, racket, rapine, e così via. Questo si traduce in una perdita in percentuale del 7,8%, del valore prodotto dalle imprese meridionali. 

Il 27 gennaio abbiamo riportato una notizia simile, in cui la Confcommercio riportava una stima del volume complessivo degli affari della criminalità organizzata. Mi limito ad aggiungere una cosa: quando inizieremo veramente a fare qualcosa contro le mafie, non sarà mai troppo tardi. La criminalità organizzata, assieme alla corruzione, sono infatti il tumore del nostro Paese, che ci fa essere molto più vicini agli stati del terzo mondo che alle grandi nazioni mondiali. Una corruzione dilagante, una mafia così estesa nel tessuto socio-economico, sono infatti i sintomi maggiori della debolezza dello Stato. E purtroppo, oggi, l’Italia è uno Stato debole, che in troppe situazioni ha rinunciato a svolgere il proprio compito.

Diego Gavini

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Girato nel 1964 da Stanley Kubrick, è la più potente, graffiante e cinica satira sulla guerra fredda e sulla stupidità umana.

Protagonista assoluto sulla scena è un indimenticabile Peter Sellers, in grado di muoversi completamente a suo agio fra tre ruoli differenti: il presidente degli Usa, un ufficiale che tenta di bloccare il folle Ripper, il Dr. Stranamore scienziato che prende parte alle decisioni dello stato maggiore americano, ma palesemente nazista, il quale sogna di sfruttare la distruzione del genere umano per poter ricreare una razza perfetta.

La trama mette in scena un meccanismo assurdo e al contempo terribilmente realistico che vuole mostrare, attraverso le modalità di una straordinaria commedia nera, le assurdità della guerra fredda, basata sull’uso di terribili deterrenti come le armi nucleari.

Figlio diretto del clima ammorbante e totalizzante della contrapposizione fra i due blocchi, “Il Dottor Stranamore” è l’opera che meglio ci restituisce quel clima. Il ragionamento che si deduce è semplice: l’uomo ha inventato armi in grado di distruggere il mondo. Basta un niente, una coincidenza, una mancanza di comunicazione, una follia di un uomo solo, e tutto può finire. Kubrick in questo film appare ossessionato dai rischi della stupidità umana, e questa ossessione si riflette appieno nell’intera opera, opera claustrofobica e al contempo irresistibile, angosciante e piena di momenti ora grotteschi ora assolutamente comici, dove gli attimi più tragici hanno sempre come contrappunto un indimenticabile motivetto leggero e piacevole.

Difficile trovare difetti nei film di un genio quale Kubrick. Difficile trovarne in un film come “Il Dottor Stranamore”, dove il regista americano riesce nell’impresa quasi impossibile di restituire un clima come quello della guerra fredda attraverso il grottesco. Negli appena 13 film realizzati, Kubrick ha toccato temi e generi sempre diversi, reinventando il proprio stile ma aiutando al contempo a riscrivere le regole dei generi che di volta in volta trattava. Il risultato è sempre stato un capolavoro. “Il Dottor Stranamore” non fa eccezione. 

Diego Gavini

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Giampaolo Lavagetto (Pdl) ex assessore delle Politiche per la scuola al comune di Parma, ora consigliere provinciale ed in corsa per la carica di consigliere regionale. Indagato dalla Procura di Parma deve ora rispondere di peculato. Lavagetto avrebbe infatti utilizzato un telefonino dato in dotazione dal Comune per numerose visite su siti porno fra l’ottobre del 2009 e il gennaio di quest’anno. Lavagetto ha accumulato un conto di 91.381 euro (a carico del Comune, quindi dei cittadini) per collegarsi a internet. La Procura sta ora cercando di capire quanto di questi novantamila e passa euro sia dovuto all’intrattenimento su siti porno.

Mi limito a fare solo un commento su questa notizia.  Benché il conto di 91.381 euro  sia stato ridotto, in seguito ad un accordo fra Comune e Telecom, ad appena 408 euro, resta il fatto che si tratta di denaro pubblico. Se la colpevolezza di Lavagetto fosse accertata, sarebbe l’ennesima dimostrazione dell’uso distorto del denaro dei cittadini. Sembra ormai vigere l’idea che i politici possano utilizzare i soldi dei contribuenti come un patrimonio personale. Il problema non è tanto il porno, ma l’uso distorto del denaro pubblico. Visitare siti pornografici non è di per sè illegale (anche se ormai i nostri politici sembrano sempre di più confermare l’ipocrisia di vizi privati e pubbliche virtù). Non condanno qui il vizio, che è fatto privato (benché i politici dovrebbero essere un esempio di moralità). Ma da privato, diventa pubblico quando è soddisfatto con soldi pubblici. Non credo infatti che gli abitanti di Parma siano contenti che i loro soldi non siano stati usati per costruire scuole e strade, ma per navigare tranquillamente su siti simili.

L’altro problema è poi più generale. Si trattasse di un caso eccezionale, sarebbe un conto. Ma da un po’ troppo tempo si respira sempre di più un’aria diversa. Un’aria in cui l’avere accesso al potere, grande o piccolo che sia, porta ad un’immediata degenerazione. Chiunque ricopra una carica pubblica, sembra sentirsi in diritto di non dover rispondere a nessuno del suo operato e di utilizzare la propria carica per scopi privati. E’ più che altro questo il problema.

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